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DEL MEDITERRANEO
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L'INCIDENTE DELLA HAVEN La VLCC HAVEN
fa parte di un gruppo di superpetroliere gemelle costruite tra il 1972
e il 1973 nei cantieri navali di Cadice. La prima a subire un incidente
fu la "Amoco Cadiz" che il 16 marzo 1978 ebbe un guasto al timone
nel corso di una burrasca al largo delle coste bretoni spezzandosi e spandendo
230,000 tonnellate di greggio. La "Maria Alejandra" esplose
l'11 Marzo del 1980 davanti alle coste della Mauritania e poco dopo, il
3 aprile dello stesso anno, anche la "Mycene" esplodeva davanti
alle coste del Senegal. La HAVEN, battente bandiera cipriota, con a bordo
un carico residuo di circa 144,000 tonnellate di greggio iraniano, mentre
era alla fonda in rada davanti al porto petroli di Genova Multedo, poco
dopo le 12 dell'11 Aprile 1991 subì, in corrispondenza delle cisterne
prodiere, un'esplosione tanto violenta da svellare e proiettare in acqua
una porzione della coperta lunga oltre una settantina di metri e larga
quasi quaranta. Seguì un violento incendio. GLI EFFETTI DELL'INCIDENTE. Già dalle prime fasi dell'incidente era stata costituita da società di operazioni dei due gruppi industriali ENI e IRI. Le operazioni si svolsero sulle spiagge e sui fondali fino all'isobata di dieci metri con rimozione dei residui combusti e semicombusti che avendo raggiunto una densità superiore a quella dell'acqua marina si erano deposti in quantità sui sedimenti e sulle biocenosi betoniche. Sul relitto invece le operazioni furono condotte nelle cisterne e nei locali della struttura del cassero sorbonando e aspirando tanto i residui combusti e semicombusti quanto le sacche di prodotto ancora fluido accumolatosi a soffitto all'interno del relitto stesso. Parallelamente alle attività di bonifica e di rimozione dei residui furono svolte indagini per determinare entità e distribuzione dei residui finiti sui fondali oltre la isobata dei dieci mezzi e lasciati al processo di autobonifica ambientale non potendo giudicare su aree tanto ampi e a profondità così elevate. AUTOBONIFICA E COLONIZZAZIONE SPONTANEA. L'incendio ha svolto un ruolo di predisposizione e agevolazione nei confronti della colonizzazione spontanea del corpo principale del relitto. Infatti, le elevate temperature raggiunta in conseguenza dell'incendio hanno superato i valori di 900° C o 1,000° C con una azione di rimozione dell'acciaio da tutte le sostanze protettive (i.e. vernice, plastica, cromature, nichelature, etc.) che in ogni relitto recente si oppongono allo stabilirsi di forme bentoniche. Il processo di colonizzazione spontanea da parte delle biocenosi bentoniche apparve già pochi mesi dopo l'incidente, nel mese di Luglio del 1991 la parte di sommità del cassero mostrava consistenti popolamenti di Feoficee epifite caratterizzati dai rivestimenti filamentosi di Ectocarpacee favorite indubbiamente dalla temperatura dell'acqua. Dall'ambiente spiccatamente eufotico e dalla innegabile eutrofizzazione ambientale causata dai residui semicombusti e dalle loro emissioni. Fra la fine di Agosto e il mese di Ottobre di quello stesso anno iniziarono a stabilirsi in forma massiva diffusi popolamenti di Idroidi che ricoprirono rapidamente paratie esterne e strutture del cassero. Di poco successivi agli Idroidi apparvero in maniera altrettanto consistente e rapida gli Spirografi che già nell'inverno "91/"92 costituivano un elemento caratteristico della struttura superiore del cassero. Tra la fine del 1991 e la primavera avanzata dell'anno seguente si registrò un crescente instaurarsi dei popolamenti di lamellibranchi. Tra questi apparvero dominanti Ostriche (Ostrea edulis) e Anomie (Anomia ephippium). Il 1993 segnava anche la sparizione progressiva degli Spirografi gradualmente sostituiti in termini di densità numerica dai Crinoidi. IERI, OGGI E DOMANI. Ieri il relitto
della HAVEN era una fonte di rilevante inquinamento e di disturbo ambientale,
oggi è di fatto un'oasi di vita sulla quale si possono effettuare
infinite osservazioni di analisi e di confronto sulla nascita, lo sviluppo,
la evoluzione e l'avvicendamento delle biocenosi bentoniche. La unicità
delle condizioni e delle situazioni di partenza rende queste osservazioni
veramente preziose e suscettibili di confronti e di riferimenti a non
finire. RELITTI E TURISMO SUBACQUEO Fra la miriade
di relitti sparsi nel mondo, ne segnaliamo uno del tutto particolare per
una serie di ragioni. (05.01.2003)
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